Il

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Palazzo

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La storia del Palazzo affonda le radici nel XVII secolo e in origine il suo aspetto era diverso dall’attuale.

“L’Italia senza la Sicilia non lascia immagine nello spirito: soltanto qui è la chiave di tutto”.

J. W. Goethe

Dopo il grande terremoto del 1693, che devastò il Val di Noto, la nobile famiglia dei Castro, ricostruì la propria dimora davanti al duomo di San Giorgio.

La struttura originaria era quella di una villa in città: un unico grande corpo, su tre livelli, circondato per due lati da un ampio giardino, un altro lato ospitava gli alloggiamenti per i cavalli e i depositi per le carrozze.

Dopo il grande terremoto del 1693, che devastò il Val di Noto, la nobile famiglia dei Castro, ricostruì la propria dimora davanti al duomo di San Giorgio.

La struttura originaria era quella di una villa in città: un unico grande corpo, su tre livelli, circondato per due lati da un ampio giardino, un altro lato ospitava gli alloggiamenti per i cavalli e i depositi per le carrozze.

Una delle peculiarità del Palazzo è l’avere due prospetti principali: il primo, che permette di accedere all’interno della dimora, più dimesso e nascosto; l’altro, che svetta maestosamente su Modica e che presenta una balconata lunga circa 20 metri, da cui si gode una vista ineguagliabile.

Una delle peculiarità del Palazzo è l’avere due prospetti principali: il primo, che permette di accedere all’interno della dimora, più dimesso e nascosto; l’altro, che svetta maestosamente su Modica e che presenta una balconata lunga circa 20 metri, da cui si gode una vista ineguagliabile.

A seguito dell’ampliamento della strada che collegava la parte bassa della città a quella alta, il Palazzo subì delle modifiche strutturali, acquisendo la peculiare forma trapezoidale tutt’ora visibile

Nel 1895 Francesco Castro-Polara, primogenito di tre figli, prese in moglie la giovanissima Donna Grazietta Grimaldi.
Donna Grazietta apparteneva ad una delle più illustri famiglie modicane del tempo, discendente da un ramo cadetto dei Principi Grimaldi di Monaco.

A seguito del loro matrimonio, il cavaliere Francesco Castro-Polara e la moglie decisero di apportare importanti modifiche al Palazzo, ampliandolo e conferendogli l’aspetto attuale, più conforme al gusto liberty dell’epoca.

La struttura originaria era quella di una villa in città: un unico grande corpo, su tre livelli, circondato per due lati da un ampio giardino, un altro lato ospitava gli alloggiamenti per i cavalli e i depositi per le carrozze.

Nel 1895 Francesco Castro-Polara, primogenito di tre figli, prese in moglie la giovanissima Donna Grazietta Grimaldi.
Donna Grazietta apparteneva ad una delle più illustri famiglie modicane del tempo, discendente da un ramo cadetto dei Principi Grimaldi di Monaco.

A seguito del loro matrimonio, il cavaliere Francesco Castro-Polara e la moglie decisero di apportare importanti modifiche al Palazzo, ampliandolo e conferendogli l’aspetto attuale, più conforme al gusto liberty dell’epoca.

Il 14 gennaio del 1917 il cavaliere Francesco Castro-Polara morì, lasciando la moglie Grazietta vedova e senza figli.

La Donna, che non volle risposarsi, dedicò la propria vita allo studio, alla spiritualità, alla fede e alla cura dei più bisognosi. Fu una grande benefattrice e contribuì al sostentamento e al mantenimento agli studi di numerosi religiosi, seminaristi e giovani laici modicani.

Il 14 gennaio del 1917 il cavaliere Francesco Castro-Polara morì, lasciando la moglie Grazietta vedova e senza figli.

La Donna, che non volle risposarsi, dedicò la propria vita allo studio, alla spiritualità, alla fede e alla cura dei più bisognosi. Fu una grande benefattrice e contribuì al sostentamento e al mantenimento agli studi di numerosi religiosi, seminaristi e giovani laici modicani.

Alla morte di Donna Grazietta Grimaldi – penultima discendente dei baroni Grimaldi di Calamezzana – nel 1960, il Palazzo fu ereditato dal nipote avvocato Raffaele Tommasi Rosso, che visse lì fino alla morte, conservando gran parte dell’originale mobilio, intere collezioni di porcellane e posate di assoluto pregio.

Alla morte di Donna Grazietta Grimaldi – penultima discendente dei baroni Grimaldi di Calamezzana – nel 1960, il Palazzo fu ereditato dal nipote avvocato Raffaele Tommasi Rosso, che visse lì fino alla morte, conservando gran parte dell’originale mobilio, intere collezioni di porcellane e posate di assoluto pregio.